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giovedì 22 settembre 2011

La brocca.


Il maestro Pai-chang voleva scegliere un monaco cui affidare l'incarico di aprire un nuovo monastero. Convocò i suoi discepoli, pose una brocca sul pavimento e disse loro: "Sceglierò chi saprà descrivere questa brocca senza nominarla". "È un vaso di forma rotondeggiante, con un manico e un becco" rispose il più colto dei suoi allievi. "È un recipiente di colore grigio e serve per contenere acqua o altri liquidi" disse un altro. "Non è uno zoccolo" intervenne un terzo più spiritosamente. Gli altri monaci non dissero nulla, perché erano convinti di non poter escogitare definizioni migliori. "Non c'è nessun altro?" domandò il maestro. Allora si alzò Kuei-shan, che nel monastero era un semplice inserviente. Egli prese la brocca in mano e la mostò a tutti senza dire nulla. Pai-chang dichiarò: "Kuei-shan sarà l'abate del nuovo monastero".

Commento: Il nome - la parola, la definizione - indica la cosa ma non è la cosa. Non bisogna mai confondere il piano dei concetti - il livello mentale - con il piano della realtà. Nessuna descrizione della brocca potrà mai sostituirsi alla brocca stessa. Quale sarà dunque la natura ultima delle cose? Certamente, (non) quella definibile con parole o con idee. Nella meditazione Zen, ci si rapporta alle cose senza il velo delle parole e dei pensieri: si cerca di scoprire la realtà al di là della mente condizionata.

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