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giovedì 28 luglio 2011

Avena

Passai tutta un'estate a dissodare la sterpaglia su 10 acri di terra. In autunno mio padre l'arò e la seminò. Poi l'arò dinuovo in primavera, e vi piantò dell'avena. E l'avena cresceva molto bene, e noi !l ..r-..Spvamo di ottenere un eccellente raccolto. Verso la fine dell'estate, era di giovedl sera, andammo a vedere come andava il raccolto, quando avremmo potuto mieterlo. Mio padre esaminò uno per uno gli steli d'avena, e disse: "Ragazzi, questo qui non sarà' un raccolto, già abbondante, di .33 staia per acro. Sarà di almeno cento staia per acro. E saranno pronte per la mietitura lunedì mattina".
E ce ne tornavamo, pensando felici a mile staia di avena e a cosa ciò significava per noi dal punto di vista finanziario. Cominciò a fate una spruzzatina di pioggia. Piovve tutta la notte di giovedì, tutta la giornata di venerdì, tutta la notte di venerdì, tutta la giornata di sabato, tutta la notte di sabato, tutta la giornata di domenica, e lunedì mattina presto smise di piovere. Quando alla fine riuscimmo ad aprirci un varco nell'acqua fino al nostro terreno, era totalmente appiattito, non c'era una sola spiga in piedi.

"Spero che ci sia un numero suffciente di spighe abbastanza maturo da poter germogliare. Così quest'autunno avremo del foraggio fresco per il bestiame, e l'anno prossimo è un altr'anno".
E questo significa veramente essere orientati verso il futuro, ed è una cosa molto, molto necessaria, quando si fa l'agricoltore.

1 commento:

  1. Questo tema, che domani è un altro giorno, che domani il sole spunterà ancora, che qualunque cosa accada non è la fine del mondo, che per quanto prostrati si possa essere, ci sono sempre le premesse per rinascere e ricominciare, è comune a tutti i racconti didattici presentati.
    È una grossa fonte di speranza, ed è certamente un efficace antidoto contro l'autocommiserazione.

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