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mercoledì 20 luglio 2011

La mappa non è il territorio




In Terrapiatta tutti si muovono liberamente come le ombre sulla superficie della terra, del tutto inconsapevoli della dimensione altezza. Il protagonista di Terrapiatta è un quadrato che una notte sognò di essere trasportato in Lineolandia. Qui tutti erano punti oppure una serie di punti disposti lungo una linea retta, e tutti si muovevano liberamente lungo questa dimensione, ma non avevano alcuna idea della larghezza.

In Lineolandia il quadrato tentò di illustrare agli abitanti questa dimensione a loro sconosciuta, ma dopo numerosi tentativi, frustrato e deluso, si recò dalla linea più lunga e le disse: "Qui in Lineo-landia tu sei la Linea delle linee, la Regina delle linee, ma nel mio mondo, in Terrapiatta, tu non saresti nessuno, nessuno neanche nei miei confronti, anche se io, rispetto ai nobili del mio paese, sono soltanto un quadrato",

A questo punto tutte le linee si arrabbiarono con il quadrato e cominciarono ad allineare i loro punti pronte ad attaccarlo, quando egli, bruscamente, si svegliò spaventato, ma subito felice che si fosse trattato solo di un brutto sogno.

Più tardi, quel giorno, il quadrato stava spiegando al nipote, un esagono, alcune nozioni di geometria. Va detto che in Terrapiatta ogni discendente aveva un lato in più del propro padre e si arrivava così a una tale quantità di lati da quasi non poter più distinguere un poligono da un cerchio, e sì che quest' ultimo apparteneva all'ordine dei sacerdoti. La sola eccezione erano gli umili triangoli che sarebbero sempre rimati solo triangoli.

Mentre il quadrato stava spiegando al nipote come calcolare la superficie di un quadrato elevando il lato alla seconda potenza, il nipote gli chiese cosa sarebbe successo se si fosse calcolata la terza potenza. Il quadrato spiegò pazientemente al nipote che in geometra non esisteva niente del genere. Confuso, il nipote continuava ad insistere nella sua domanda al punto che il quadrato si arrabbiò e lo mandò a letto senza cena, dicendogli che se in futuro avesse fatto domanda più sensate ed avesse detto meno stupidaggini avrebbe imparato meglio la geometria.

Quella sera, mentre era seduto e leggeva il giornale, il quadrato continuava li dire a se stesso, soprappensiero: "Non esiste... non esiste in geometri qualcosa come la terza potenza.. ," quando, improvvisamente, udì una voce che diceva: ".., Certo che esiste...". Si guardò attorno e vide una sfera.

La sfera proveniva da Spaziopoli, un paese dove esistevano le tre dimensioni come oggi sulla Terra. La Sfera cercò di descrivere al quadrato il suo paese, quando si rese conto che non ci sarebbe riuscita, operò quella che noi oggi chiameremmo una "esperienza trascendentale", cioè trasportò il quadrato in Spaziopoli.

Giuntovi, il quadrato disse: "Tutto ciò è inferno o pazzia...". "Niente affatto", disse la sfera "questo è soltanto conoscenza: "apri bene gli occhi e osserva". Così fece il quadrato e, entusiasta per quanto trovò, cominciò a raccontare alla sfera di un mondo a quattro o a cinque dimensioni..., La sfera, però, non gradì e dicendogli: "Non esiste una cosa simile".. molto arrabbiata, rispedì il quadrato in Terrapiatta.

Là il quarato cominciò a girare, predicando il vangelo di un mondo a tre dimensioni. Nessuno gli prestava orecchio, ma egli imperterrito continuava finché il tribunale decretò il suo isolamento in un manicomio di stato. Qui, una volta all'anno, veniva visitato dal cerchio sacerdote che, sempre gentilmente, gli chiedeva come egli si sentisse. Il quadrato non poteva fare a meno di ripetere al cerchio come fosse Spaziopoli e ogni volta il cerchio scuoteva la testa tristemente e diceva al quadrato che sarebbe ritorntao a visitarlo l'anno dopo".


Da Mark King, 
Irresistible Communication Creative Skills for Helth Professional, 1983.

mercoledì 18 maggio 2011

Lo Zen e l'Arte di Giocare a Tennis





Perché la mente e le emozioni influenzano in maniera così determinante i nostri risultati? Come possiamo neutralizzare le forze negative e raggiungere il successo? Grazie a cosa riusciamo a esprimere il nostro massimo potenziale?



Dopo aver incontrato la filosofia di Osho, il tennista Romano Agam Bernardini ne applica benefici e insegnamenti al gioco del tennis, che in queste pagine diventa una splendida metafora di ogni sfida che la vita ci propone.


Nel libro di Bernardini ho riconosciuto molte delle tecniche che istintivamente ho messo in pratica nella mia carriera e ho rivissuto quei momenti di grazia in cui ci si sente così presenti, così mentalmente freschi e lucidi da poter dire di essere in uno stato di percezione diverso e in qualche modo superiore.


Grazie agli insegnamenti di Agam Bernardini possiamo comprendere che non giochiamo mai contro, ma sempre con qualcuno. Dall’altra parte della rete c’è un compagno di giochi. L’avversario da battere non è lui, ma tutto ciò che ci impedisce di esprimere al massimo le nostre qualità."


[Tratto dalla prefazione al libro firmata da Nicola Pietrangeli, stella italiana del tennis mondiale.]

Buona lettura!

mercoledì 11 maggio 2011

Da una stanza all'altra




Sono davvero legate?
Chiesi ad un studente: "come fai ad andare da questa stanza a quella stanza ? "

lui mi rispose: "prima di tutto mi alzo, poi faccio un passo..."

Lo interruppi: "dimmi tutti i modi possibili di andare da questa stanza a quella stanza"

"Ci si può andare correndo, camminando, saltando, ci si può andare facendo capriole. Si può uscire da quella porta, uscire dall'edificio, entrare per l'altra porta dentro la stanza. Oppure se vuoi puoi scalare la finestra..."

Ed io : " hai detto che li avresti detti tutti, ma hai tralasciato un modo, il più importante... se io volessi andare nella'ltra stanza uscirei da quella porta lì, prenderei un taxi fino all'aereoporto, comprerei un biglietto per Chicago, new York, Londra, Roma, Atene, Hong Kong, Honolulu, San Francisco, Dallas, Phoenix, tornerei indietro in macchina ed entrerei nel giardino posteriore attraverso il passaggio di dietro, entrerei nella porta posteriore e andrei dritto in quella stanza ... ed abbiamo pensato solo ai movimenti in avanti, potremmo pensare anche all'andare indietro, vero? e andando a carponi ? ....

"potremmo anche strisciare sulla pancia" aggiunse lo studente.

E' proprio vero che ci limitiamo così terribilmente in tutte le nostre forme di pensiero ...

[Milton Erickson - "La mia voce ti accompagnerà"]